2 marzo 2009

L’alba di nuove esperienze

«C’era una volta un Re che aveva sempre vissuto entro i confini delle sue Terre: ne aveva attraversato tutte le pianure, aveva valicato ogni collina e aveva conquistato ogni cima. Dopo avere viaggiato in lungo e in largo, un giorno giunse a un limite estremo del suo Regno e incontrò, per la prima volta, uno sterminato specchio blu che si estendeva a perdita d’occhio di fronte a lui. Incuriosito da quella maestosa visione e abbagliato dal sole che veniva riflesso sulla superficie, ci posò sopra un piede pensando di poterla percorrere come sino ad allora aveva fatto sul suolo.
Si accorse però che, man mano che procedeva, quello specchio piatto e rilucente non lo sorreggeva: a poco a poco vi si trovò immerso sino al collo. Un po’ spaventato, tornò sulla terra ferma: era triste, poiché avrebbe voluto poter percorrere anche questo nuovo elemento ancora a lui sconosciuto e non riusciva; era anche arrabbiato, perché sapeva che al di là di quella distesa c’erano nuove terre da scoprire, esplorare e conquistare, ma si rendeva conto che non aveva i mezzi per farlo.
Ad un certo punto vide un uomo, che - pensò il Re - doveva essere di quelle parti: sembrava essere familiare con quell’ambiente e sui suoi abiti e sui suoi capelli c’erano dei granellini fini e bianchi.
Il Re, dunque, gli chiese: “Sono arrivato qui attraversando ampie distese, e le ho percorse con i miei carri; ho valicato con il mio cavallo le cime più impervie, conquistando tutte le terre fino a questo esatto luogo. E ora che mi trovo di fronte a questo immensa superficie a me sconosciuta - anche se non è facile per un Re ammetterlo - non so più come fare: i miei carri affondano, il mio cavallo non può portarmi a lungo in groppa poiché ne sarebbe stremato, e io so che non potrei spingermi sino all’orizzonte con le mie sole forze. Ma io voglio scoprire che cosa c’è oltre quell’orizzonte su cui si perde a vista d’occhio il mio sguardo, voglio conoscere quali altre terre mi aspettano per essere conquistate. Dimmi, che cosa posso fare? Mi puoi aiutare?”
L’uomo guardò il Re e disse: “Quello che hai di fronte a te è il mare oltre al quale, è vero, ci sono nuove terre: io non so dove tu voglia andare e non so come vorrai arrivarci, ma se vuoi ti posso aiutare a costruire un mezzo di trasporto che potrai usare per affrontare il tuo viaggio”. L’uomo portò dunque il Re a un molo lì vicino, dove gli mostrò delle lunghe assi di legno e degli attrezzi.
Lavorarono duramente insieme per alcuni giorni, e alla fine il risultato fu una barca a vela non molto grande, con una piccola cabina sottocoperta per riposare. Aveva l’aria di essere molto solida e tranquillamente governabile da una sola persona; inoltre il Re la equipaggiò, grazie all’aiuto dell’uomo, di tutti gli strumenti che gli sarebbero serviti per la navigazione e per affrontare un’attraversata confortevole: cime, bussola, cartine e altro ancora.
Quando tutto fu pronto, il Re chiese: “Ma io non so usarla! Come posso fare?”
“Ti mostrerò quali sono le cose che potrai fare con questa barca, poiché con questo mezzo potrai scegliere tu quale sarà la direzione che vorrai prendere. Innumerevoli sono le rotte che potrai seguire e le mete che potrai raggiungere: infatti basta solo regolare le vele e sapere dove vuoi arrivare”.
I due trascorsero insieme ancora alcuni giorni, in cui il Re imparò, grazie alle sue capacità organizzative, come armare la barca; apprese, grazie alle sue doti di stratega quali nodi fare e in quali situazioni; studiò e conobbe, grazie alle sue abilità di condottiero, tutto sui venti, sulle correnti e sulla regolazione delle vele.
Fu un lavoro impegnativo e, un bel giorno, il Re si sentì pronto per partire. Chiese, allora, all’uomo se lo voleva seguire. Lui gli rispose: “Il mio posto è qui, su questa riva. Questo mare è il territorio che tu hai deciso di scoprire e che vuoi esplorare; su questo mare puoi viaggiare a bordo della tua imbarcazione; solcandolo ti potrai dirigere verso le mete che ti sei proposto di raggiungere, utilizzando le nuove mappe che hai tracciato”.
In una tersa mattina estiva i due si salutarono calorosamente e il Re salpò con la sua imbarcazione verso le sue nuove avventure».

Questa breve storia che ho inventato e che vi ho voluto raccontare, spero vi abbia già aiutato a intuire risposte alle domande già poste: Che cos’è il Counseling e chi è il Counselor?
Benché, a mio parere, sia difficile sintetizzare e racchiudere in una semplice definizione la complessità di questa attività, ho pensato di proporvi comunque un’indicazione più “formale” di che cosa si tratta, per iniziare a darvi un’idea del terreno sul quale il Counseling si muove. Possiamo parlare di Counseling come di un progetto personalizzato di sviluppo e crescita, che corrisponde a bisogni ed esigenze specifiche, quali affrontare difficoltà relazionali e gestire le proprie reazioni emotive; attuare comportamenti nuovi, efficaci, adeguati alle situazioni; sviluppare capacità decisionali autonome e responsabili; trovare nuovi stimoli motivazionali; sostenere cambiamenti a livello professionale o affrontare problemi di prosecuzione della carriera scolastica o universitaria. Per riprendere quello che ho già avuto modo di accennare, può servire a chi voglia trovare modi diversi da quelli usuali di vedere, affrontare e gestire situazioni che creano difficoltà, avendo l’impressione di non riuscire a “risolverle da solo”.
Il Counselor è un professionista che offre le proprie conoscenze e competenze psicologiche, di metodo e culturali nel contesto di colloqui individuali e di gruppo, volti a favorire una maggiore valorizzazione e consapevolezza delle risorse personali attraverso una metodologia di lavoro specifica.
L'immagine che ho usato è di Oscar Corradini: Sentiero con mare
http://www.lebellezzeditalia.it/corradini/

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